Melanoma: sconfiggerlo con la diagnosi precoce

E’ uno dei tumori maggiormente curabili se preso in tempo. Nonostante i grossi passi avanti della ricerca la diagnosi precoce, anche con strumenti sempre più all’avanguardia come il microscopio confocale, rimane la strategia principale per non correre rischi.

«L’obiettivo per il prossimo futuro è quello di sconfiggere il melanoma, renderlo un tumore a mortalità zero». Ad affermarlo è il professor Umberto Veronesi, senza troppi giri di parole. Un obiettivo dichiarato e alla portata se solo la prevenzionefosse effettuata in maniera corretta. Sono invece ancora troppo poche le persone che regolarmente tengono sotto controllo la propria pelle e che si rivolgono dal dermatologo, una volta all’anno, per una visita accurata.

DIAGNOSI PRECOCE- Il melanoma è un tumore della pelle la cui incidenza è cresciuta maggiormente negli uomini. È un tipo di cancro particolarmente aggressivo che ogni 12 mesi, nella sola Italia, fa registrare 7000 nuovi casi e 1500 decessi. Fortunatamente la stragrande maggioranza, circa l’85% dei casi, viene diagnosticato in fase precoce e quindi la probabilità di guarigione aumenta considerevolmente. «All’inizio del secolo scorso –spiega Umberto Veronesi- nessuno guariva da questa forma di cancro della pelle. Oggi invece grazie alla ricerca riusciamo a salvare circa l’80% dei malati. L’obiettivo però è arrivare al 100% e la strategia è semplice: ognuno di noi si deve abituare ad esaminare e a farsi controllare sistematicamente la propria pelle». Per fare ciò, un ruolo di fondamentale importanza lo svolgono i medici di base. «Ogni medico di famiglia –continua Veronesi- dovrebbe controllare la pelle dei suoi assistiti dai venti anni in su e, in caso di dubbio, mandarli immediatamente da uno specialista».

NUOVE TECNCOLOGIE- Negli ultimi anni si è intensificata sempre di più la ricerca volta a sviluppare nuovi strumenti diagnostici. Sicuramente il controllo grazie agli occhi esperti del dermatologo è importante ma alle volte, nei pazienti che presentano un elevato rischio melanoma, può non bastare. «Per questa ragione il semplice esame con il dermatoscopio può essere affiancato da una mappatura dell’intero corpo (total body photography). In caso di lesione sospetta si procede con l’utilizzo di uno strumento rivoluzionario, il microscopio laser confocale, in grado di acquisire immagini per poter studiare gli strati più superficiali della pelle. Una sorta di biopsia in vivo senza ricorrere al bisturi» conclude Veronesi.

FARMACI- Quando invece la diagnosi arriva troppo tardi e i pazienti non sono più operabili, l’unica soluzione al momento disponibile rimane la chemioterapia. Per più di 30 anni si è assistito impotenti al decorso della malattia. A nulla sono valsi i tentativi di sviluppare nuovi chemioterapici per la cura di questo devastante tumore. Una situazione di stallo che si è finalmente sbloccata grazie all’avvento di due nuove terapie con farmaci “intelligenti” approvati dalla FDA (Food and Drugs Administration) da pochi mesi. Il primo, ipilimumab, è un anticorpo in grado di stimolare il sistema immunitario nella risposta contro le cellule cancerose. Il secondo, vemurafenib, ripristina il corretto funzionamento di un gene mutato nel 50% dei casi di melanoma cutaneo.

 

FONTE: Fondazione Umberto Veronesi per il progresso delle scienze (Daniele Banfi)