Sindrome dell’arto fantasma: a Vigorso si sperimenta la “mirror box”

L’80% delle persone che ha subito un’amputazione prova la sensazione – accompagnata da dolore – di avere ancora il braccio o la gamba. A Vigorso di Budrio si studia una terapia ad hoc su 24 pazienti. E i primi risultati sono decisamente incoraggianti

VIGORSO DI BUDRIO – Una scatola ricoperta di specchi, una “mirror box“, potrebbe curare la sindrome dell’arto fantasma in tutti quei pazienti che hanno subito un’amputazione. La terapia è allo studio presso il Centro protesi INAIL di Vigorso di Budrio (Bologna) su 24 pazienti senza arto inferiore. Secondo gli esperti, nell’80% dei casi i soggetti che hanno subito un trauma del genere riferiscono una sensazione di “arto fantasma” che sembra aver origine dalla parte del corpo amputata.

Di solito il “fantasma” sparisce nel giro di poco, ma in alcuni casi la sensazione può prolungarsi anche per anni ed essere accompagnata da dolore (punture, scosse elettriche, formicolii, bruciori o crampi). Trattata con diverse terapie (dai farmaci all’ipnosi), la sindrome dell’arto fantasma potrebbe trovare una risposta nei neuroni specchio, quelli che si attivano durante l’esecuzione o l’osservazione di un gesto. Sfruttando questi neuroni si potrebbe riuscire a rimuovere il dolore causato dall’arto fantasma: è questa l’ipotesi alla base della mirror box therapy, come spiega il dottor Amedeo Amoresano, fisiatra del Centro bolognese. “Posizionando l’arto sano davanti alla mirror box si crea nel cervello l’illusione di avere ancora entrambi gli arti – afferma – Questo provocherebbe una sorta di corto circuito cognitivo, cancellando il fantasma”.

Sui 24 pazienti interessati dalla sperimentazione, solo 12 hanno affrontato un numero sufficiente di sedute (due hanno interrotto, dicendosi spaventati dall’illusione creata dalla mirror box). I risultati, però, sono positivi: tutti e 12 i pazienti parlano di un miglioramento del dolore fantasma, e con esso della qualità del sonno e della gioia di vivere. Ora al Centro protesi le sedute con la mirror box sono state interrotte e la sperimentazione si sta concentrando nelle valutazioni di follow up. Ma i risultati, per il momento, sono senza dubbio incoraggianti.

 

FONTE: INAIL – Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli infortuni sul lavoro