Cinque grammi di sale in meno e salvi il cuore

Lo rivela uno studio condotto dall’Università Federico II di Napoli, in collaborazione con il Centro Collaborativo OMS dell’Università di Warwick, confermando anche l’effetto protettivo del potassio

Due o tre grammi di cloruro di sodio – il comune “sale da cucina” – al giorno sono sufficienti al nostro organismo per stare bene. Invece tra il sodio aggiunto nelle pietanze e quello ‘nascosto’ negli alimenti – prodotti da forno, pane, insaccati, latte e derivati, alcuni condimenti – che regolarmente consumiamo, l’apporto di sale aumenta fino a 10 grammi. Il doppio – a volte di più – delle dosi giornaliere raccomandate. E il cuore ne risente andando incontro, col tempo, a importanti malattie cardiovascolari.

L’APPORTO DI SODIO – Limitare il consumo di sale a non più di un cucchiaino da the al giorno potrebbe risparmiare agli Italiani fino a 67 mila casi di infarto e 40 mila casi di ictus all’anno. Ma l’obiettivo di limitare la quantità massima a cinque grammi quotidiani nella dieta come indicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, è ancora lontano. «I benefici di un minore consumo di sale – spiega Pasquale Strazzullo, direttore dell’Unità di Medicina Interna, Ipertensione e Prevenzione Cardiovascolare dell’Università Federico II di Napoli e coautore dello studio – sono paragonabili a quelli derivanti da una riduzione del fumo, dell’ipercolesterolemia e da un controllo del sovrappeso». In realtà, il fabbisogno di sale del nostro organismo è pari a 1-1.5 grammi al giorno in condizioni normali e può raggiungere tutt’al più il doppio in caso di sudorazione prolungata da esercizio fisico molto intenso e prolungato. L’eccesso fa aumentare la pressione del sangue, indurisce le pareti dei vasi, svolge una azione pro-infiammatoria e induce stress ossidativo.

RIDURRE IL SODIO IN POCHE MOSSE – Le abitudini, soprattutto quelle alimentari, non sono facili da modificare ma è possibile imparare ad adottare alcuni accorgimenti utili a ridurre la quantità di sale quotidiana. Ecco i consigli dell’esperto: usare minor sale possibile (meglio iodato) durante la preparazione dei cibi, introducendolo sulla punta del cucchiaino piuttosto che con le mani; sostituirlo con erbe e spezie aromatiche che non tolgono il gusto; dimezzare il quantitativo di sale condendo con succo di limone e/o aceto; fare molta attenzione a quello contenuto nei prodotti acquistati, indicato sulle etichette; non mettere la saliera in tavola; evitare l’uso di dado, conserve e sughi industriali.

IL SALE BUONO – Esiste però anche un sale “buono”. «Si tratta dei sali di potassio – conclude Strazzullo – di cui frutta, verdura e legumi sono ricchi, che migliorano la funzionalità dell’endotelio, il tessuto che riveste l’interno dei vasi sanguigni e produce sostanze vasodilatatrici, importanti per mantenere la pressione bassa». Un maggior apporto di potassio, al pari della riduzione di sodio, aiuta a prevenire gli eventi cardiovascolari e riduce l’incidenza di ictus. Per avere tutto il potassio che ci serve, è bene consumare almeno cinque porzioni di vegetali al giorno: meglio che ricorrere agli integratori.

Francesca Morelli
FONTE: Fondazione Umberto Veronesi