Balbuzie: disturbo del linguaggio che intralcia la vita di un milione di italiani

Esistono diversi programmi di rieducazione con l’obiettivo di raggiunge una sufficiente fluenza nel linguaggio delle persone con balbuzie.

Giovanni Muscarà
Giovanni Muscarà

In tutto il mondo l’8% delle persone ha balbettato nell’arco della sua vita e l’1,5% non riesce a superare questo disturbo nonostante diversi tentativi e buona volontà. Sono ben 1 milione in Italia le persone che soffrono di balbuzie, di cui 150.000 under 18. La balbuzie è un disturbo linguistico molto frequente che esordisce generalmente nell’infanzia, spesso regredisce spontaneamente entro i 6 anni: consiste nell’involontaria ripetizione di suoni o nel loro prolungamento e, spesso, in esitazioni, pause o blocchi, udibili o silenti. Ad oggi, non vi è ancora concordanza sulle cause, ma numerosi studi suggeriscono che alla base della balbuzie ci sia un malfunzionamento nel meccanismo di monitoraggio nel processo di produzione del linguaggio.

«La balbuzie – spiega Giovanni Muscarà, ex balbuziente e fondatore del Vivavoce Institute – è un fenomeno complesso e dinamico, caratterizzato da fattori che interagiscono tra loro: problemi motori, linguistici, cognitivi e comportamentali. Questo disturbo ha un grande impatto sul vissuto delle persone influenzandone la quotidianità, causando frustrazione, vergogna, paura e bassa autostima, tutti fattori che a loro volta aumentano la frequenza e l’intensità della balbuzie. La balbuzie influenza la vita sociale delle persone dall’età scolastica, dove i bambini con questo disturbo sono tre volte più a rischio di bullismo e più avanti, al termine degli studi, non è difficile immaginare quanto possa condizionare l’ingresso nel mondo del lavoro».

Nel panorama italiano e internazionale, ci sono due principali scuole di pensiero alla base dei diversi percorsi di riabilitazione per la balbuzie: la prima vede la balbuzie come conseguenza di un trauma infantile o di uno stato emotivo alterato e quindi la prassi mira a scandagliare i vissuti emotivi legati al trauma; la seconda si basa sull’aggirare i blocchi tipici della balbuzie attraverso tecniche compensative, quali l’allungamento dei suoni e l’iper-articolazione, per lo più basate sul canto.

Un innovativo metodo, il MRM-S (Muscarà Rehabilitation Method for Stuttering), è in corso di validazione scientifica. A differenza dei classici approcci alla balbuzie, questo metodo si basa su un approccio multidisciplinare e, grazie a un percorso cognitivo-comportamentale, ha come obiettivo il miglioramento della performance articolatoria del linguaggio, attraverso l’apprendimento e la pratica di schemi motori più efficaci a livello fonatorio, respiratorio e articolatorio. La ripresa di padronanza dei propri movimenti, e quindi anche della propria voce, porta la persona ad affrontare con meno stress e ansia le situazioni quotidiane.

«Il metodo MRM-S  – descrive Pasquale Anthony della Rosa, direttore scientifico del Vivavoce Research Institute e Ricercatore e Dottore in Psicologia che collabora con la Facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele  – si differenzia rispetto agli altri metodi riabilitativi in quanto si pone come obiettivo quello di riacquisire il controllo del proprio modo naturale di parlare, attraverso il monitoraggio e il controllo di ogni atto motorio sottostante alla produzione del suono, secondo la teoria del motor learning. Per ottenere una rieducazione profonda occorre riprendere il controllo della propria motricità e tale capacità, una volta acquisita, viene consolidata nei contesti quotidiani, anche sotto stress. I primi risultati del percorso di validazione scientifica mostrano come il trattamento abbia un effetto su una componente legata al controllo attentivo in generale e coinvolta anche nel controllo del linguaggio. In termini linguistici, vuol dire che l’eloquio di un balbuziente può diventare più fluido in quanto si riduce la soglia rispetto alla quale un balbuziente decide se una parola, ed il suono legato a quella parola, è quella specificatamente richiesta e quindi può essere pronunciata».

Lo scorso anno, il metodo MRM-S è stato presentato alla Conferenza Internazionale di Neuroscienze di Amsterdam (ICON 2017).

VIVAVOCE INSTITUTE
Vivavoce Institute è un centro specializzato nel trattamento rieducativo della balbuzie che si avvale di un’equipe di professionisti qualificati nell’ambito della neurologia, della fisioterapia e della logopedia.
Fondato a Londra nel 2011 da Giovanni Muscarà, ex balbuziente, ha sviluppato un nuovo metodo, il Metodo MRM-S (Muscarà Rehabilitation Method for Stuttering), che non si limita a insegnare rimedi per evitare la balbuzie (prolungamento di suoni, iperarticolazione e cantilene) o ad affrontare il problema esclusivamente dal punto di vista psicoemotivo, ma che prevede un lavoro di rieducazione della persona nella sua totalità e unicità, dal controllo del singolo movimento necessario a produrre un fonema, alla gestione del linguaggio in un contesto di ansia e di stress.
Questa realtà, nata con il nome di International Stuttering Centre (ISC), è cresciuta all’interno di Fondazione Filarete, centro di eccellenza costituito tra gli altri da Università degli Studi di Milano e Fondazione Cariplo, nel quale ha potuto elaborare e perfezionare il metodo.
Lo sviluppo del progetto ha visto poi la creazione a Milano del primo centro d’eccellenza per il trattamento rieducativo della balbuzie Vivavoce Institute, sede centrale di una realtà che opera anche nelle principali città italiane (Roma, Bologna, Caserta e Catania) in collaborazione con partner sanitari qualificati.
L’attività di studio, che indaga i meccanismi cognitivi e neurali alla base dei problemi che interessano abilità cognitive come il linguaggio, l’attenzione, la memoria e i processi di controllo della parola, continua all’interno di Vivavoce Institute con il Centro di ricerca Vivavoce Research Institute , diretto da Pasquale Anthony Della Rosa.

GIOVANNI MUSCARÀ
Giovanni Muscarà, classe 1982, è un ex balbuziente. Nel 2010, stanco di doversi sottoporre ad estenuanti esercizi quotidiani per risolvere il problema della balbuzie che lo caratterizzava fin dall’infanzia, e vista l’impossibilità di assorbire e rendere permanenti i miglioramenti ottenuti con altri percorsi di rieducazione del linguaggio, decide di dedicarsi totalmente allo studio di un nuovo approccio al problema. Inizia quindi una vera e propria sperimentazione su se stesso: si confronta con numerosi professionisti in ambito sanitario – neurologi, fisioterapisti, psicologi, logopedisti – con l’obiettivo di superare tutte le credenze e i luoghi comuni alla base delle principali metodologie per risolvere la balbuzie già esistenti.

FONTE: Ufficio stampa HealthCom Consulting Maria D’Acquino